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Creativa in cucina

15 Settembre

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Diritti protetti

Taralli pugliesi bolliti ai semi di finocchio ricetta di Creativa in cucina

La tradizionale ricetta della mia famiglia dei taralli pugliesi bolliti ai semi di finocchio, preparati abitualmente durante il periodo estivo, sopratutto, ma anche durante il resto dell’anno. Ottimi da conservare in dispensa e sgranocchiare quando si ha voglia di qualcosa di sano e buono.

Questa ricetta tradizionale prevede due cotture, la prima avviene per bollitura in pentola e la seconda in forno, per renderli fragranti e croccanti. Questi taralli apportano circa 240 calorie ogni 100 grammi.

Taralli pugliesi bolliti ai semi di finocchio ricetta di Creativa in cucina

Solitamente i taralli si aromatizzano con i semi di finocchio ma potete aromatizzare i vostri  taralli come più vi piace, in fondo al post nei “Consigli”▼ troverete altre varianti.

Leggi anche: Tocchetti rustici di ricotta

Difficoltà: media

 Cottura: 30 minuti

 Preparazione: 45 minuti

 Costo piatto: basso

 Dosi: 6 porzioni

INGREDIENTI PER 6 PORZIONI


500 g di farina 00,

150 g di vino bianco,

120 g di olio d’oliva,

15 g di sale fino,

acqua e sale q.b.,

2 cucchiai di semi di finocchio.

UTENSILI UTILIZZATI


pentola abbastanza capiente,

boule in vetro,

carta forno,

schiumarola,

teglia da forno rettangolare,

vari recipienti,

varie posate.

COME PREPARARE I TARALLI PUGLIESI BOLLITI AI SEMI DI FINOCCHIO

• In una boule di vetro o un recipiente capiente, unite alla farina il vino bianco e iniziate a mescolare con una forchetta in modo da eliminare gli eventuali grumi, poi unite l’olio d’oliva, il sale e i semi di finocchio che potete sostituire, se volete, con gli altri ingredienti che trovate nei “Consigli”▼.

• Quando tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati potete lavorare l’impasto a mano, sistemandolo su una spianatoia oppure nella planetaria. Dovete ottenere, dopo qualche minuto di lavorazione, un impasto liscio e sodo che farete riposare in un recipiente per mezz’ora a temperatura ambiente ricoperto da pellicola.

• Nel frattempo fate scaldare l’acqua leggermente salata, come per cuocere la pasta.

• Staccate un pezzo dal panetto e lavoratelo con i palmi delle mani fino ad ottenere un cordino non troppo spesso e uniforme. Ricavate quindi delle cordine lunghe 10-15 cm e unite le due stremità in modo da conferire la forma del classico tarallo pugliese. Ripetete l’operazione fino ad ultimare la pasta.

• A questo punto tuffate pochi taralli per volta nell’acqua bollente e toglieteli con una schiumarola appena saliranno a galla, come accade per gli gnocchi di patate. Man mano che i taralli saliranno tutti a galla, adagiateli su un canovaccio in cotone così si asciugheranno un po finchè avrete finito di bollirli tutti.

• Disponeteli sulla teglia rivestita da carta forno, infornate i taralli in forno ventilato già caldo e cuoceteli a 200°C per 25-30 minuti circa; ricordate che devono apparire dorati prima di sfornarli perché il rischio è quello di cuocerli poco mantenendo l’umidità all’interno. Controllate l’effettiva cottura: predente un tarallo e assaggiatelo se è bello fragrante sfornateli altrimenti continuate la cottura per altri cinque minuti.

Taralli pugliesi bolliti ai semi di finocchio ricetta di Creativa in cucina

• Sfornate e fate raffreddare su una spianatoia.

• Il tempo di cottura può variare in base al forno e in base allo spessore che avrete scelto per i vostri taralli.

• Noi, come tradizione vuole, prepariamo i taralli un pochino grandi, ma se li preferite più piccoli, basta ricavare delle cordine lunghe 8-10 cm.

• Potete insaporire diversamente i vostri taralli e con gli stessi ingredienti sopra indicati, sostituire i semi di finocchio con:

Alla pizzaiola: 15 g di concentrato di pomodoro, 1 cucchiaio di peperoncino in polvere e 1 cucchiaio di origano essiccato.

All’anice: anice verde di Castignano (AP) nelle Marche, a piacere.

Conservate i taralli in un sacchetto in plastica (per alimenti) per conservare i cibi e chiudetelo bene. Se ben chiuso, manterrà la freschezza dei taralli per almeno i successivi 7 giorni.




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